Al giorno d'oggi tenderemmo a dimenticarlo, ma l'Italia unita è in realtà piuttosto recente. Durante il periodo che precedette la riunificazione del paese il 17 marzo 1861, le regioni coniarono alcune monete molto interessanti, tra cui le cinque che vi presenterò in questo articolo.
Questa piastra d’argento delle Due Sicilie risale al 1859. Reca l’effigie di Francesco II di Borbone (1836-1894). Fu l’ultimo re delle Due Sicilie prima della riunificazione d’Italia. Figlio del re di Maria Cristina di Savoia e di Ferdinando II, sua madre morì dandolo alla luce così che fu allevato dalla seconda moglie di suo padre, Maria Teresa d’Austria.
Salì al trono nel 1859. Le Due Sicilie sono ancora contrarie alla riunificazione dell’Italia.
Tuttavia, dopo l’invasione del suo regno da parte delle truppe garibaldine, Francesco II e sua moglie, Maria Sofia in Baviera, non ebbero altra scelta che andare in esilio a Roma, dove mantennero un governo in esilio. Capitolò il 13 febbraio 1861. Poiché il suo regno durò solo un anno e 8 mesi, poche monete furono coniate durante questo periodo, rendendole rarità.
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Il secondo pezzo proviene da Napoli, risale al 1813 e rappresenta Gioacchino Murat che regnò su Napoli portando il nome di Gioacchino-Napoleone dal 1808 al 1815.
Joachim Murat aveva sposato la sorella di Napoleone I, Carolina Bonaparte, nel 1800. Fu soprattutto un soldato che fu nominato Grand’Ammiraglio dell’Impero prima di ricevere il Regno di Napoli. Regnò per poco più di 6 anni. Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, Murat tentò di riconquistare il suo regno, ma fu catturato in Calabria e condannato a morte. Fu giustiziato il 13 ottobre 1815.
Durante il suo regno, 8 diversi tipi di monete sono state coniate con la sua effigie. La tiratura di questa moneta (199.000) la rende una rarità. Questa non è comunque la più rara perché il primo conio del 1812 è di soli 27.000 esemplari.
Per il Veneto ho scelto questa superba moneta da 5 lire del 1848. Questa moneta fu coniata dal governo provvisorio che gestì la Repubblica di Venezia dal 1848 al 1849. Questo fu il breve periodo della Repubblica di San Marco, che iniziò il 17 marzo 1848.
All’epoca l’Italia non era ancora unificata e il Veneto era sotto la dominazione austriaca. A seguito di una rivoluzione veneziana, la regione fu indipendente per alcuni mesi. Dovette arrendersi all’Austria nell’agosto del 1849. Durante questo breve periodo, coniò una moneta patriottica.
La coniazione della moneta risale al 22 marzo 1848. Al recto, al centro di un cerchio, il leone alato e aureolato di San Marco poggia la zampa destra su una tavoletta con iscrizioni. Intorno a lui, la data e la Repubblica di Venezia. Questo pezzo è stato inciso da Antonio Fabris.
Al verso il valore della moneta (5 lire), un ramo di quercia e un ramo d’ulivo incrociato oltre alla scritta “Unione Italiana”. Sul bordo, un’iscrizione tradotta: “Dio benedica l’Italia”. La tiratura di questa rara moneta d’argento è di soli 11.000 esemplari.
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La mia scelta si è poi soffermata su una moneta della Sardegna. Questa moneta d’oro da 20 lire con l’effige di Carlo Alberto risale al 1832. Carlo Alberto, detto Carlo Alberto di Savoia, fu Re di Sardegna, Re titolare di Cipro e di Gerusalemme, Duca di Savoia e Duca di Genova dal 1831 al 23 marzo 1849, Principe di Piemonte, settimo Principe di Carignano dal 1800 al 23 marzo 1849 e Conte di Barge dal 1800 fino al giorno della sua morte.
Divenne re di Sardegna nel 1831, succedendo al cugino Carlo Felice di Savoia e coniò le sue prime monete d’oro nello stesso anno. Mantenne questo trono fino alla sua morte nel 1849. La moneta dove al recto possiamo notare il ritratto del Re circondato da iscrizioni riguardanti i suoi vari titoli e sul verso una corona di rami d’ulivo annodati sopra la quale lo stemma recante lo stemma dei Savoia coronato con il collare dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata.
Il valore della moneta risiede non solo nel suo metallo prezioso, ma anche in un conio di sole 74.000 monete, il che la rende attualmente una rarità.
Vorrei quindi parlarvi di questa bellissima moneta d’argento di Parma con l’effigie di Maria Luisa d’Austria che fu la seconda moglie di Napoleone I. Il Ducato di Parma su cui regnò fu annesso alla Francia nel 1808.
Divenne granduchessa dal 1814 al 1847 prima del ritorno dei Borboni.
Questa moneta da 5 lire del 1832 è particolarmente ricercata dai numismatici. Circolò tra il 1815 e il 1832. Quindi questo è il suo ultimo anno di conio. È stata incisa da Luigi Manfredini.
Sul recto, il busto di Maria-Luigia indossa una tiara e uno chignon. L’iscrizione intorno alla tiara può essere tradotta come “Maria Luisa, Principessa Imperiale, Arciduchessa d’Austria”.
Al rovescio della moneta, un mantello di ermellino, coronato, che copre l’araldica del Ducato: parte 1, dei Farnese; 2, dei Gonzaga; su tutti, una tripletta in 1 d’Asburgo, in mezzo all’Austria e poi alla Lorena, circondata dal collare dell’Ordine di Saint-Michel e dalla leggenda che si può tradurre come “Per grazia di Dio, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla”. La tiratura di questa moneta è di 44.000 esemplari.
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Tra i grandi vantaggi delle monete c’è il fatto che attraverso di esse si rivelano parti della storia. Quando l’Italia iniziò la sua unificazione con a capo il Re Vittorio Emanuele II, tutte queste monete iniziarono ad essere sostituite e a portare l’effigie del Re. Ma segnano per sempre questa parte di storia che oggi facciamo fatica a immaginare. Migliaia di monete antiche provenienti dall’Italia sono in vendita su Delcampe.